La vite ad alberello di Pantelleria è diventata patrimonio dell’Unesco. L’iscrizione della particolare pratica agricola legata a questa pianta tra i beni immateriali dell’umanità è stata decisa dall’assemblea generale dell’Unesco. È la prima volta che viene date riconoscimento ad una specifica pratica agricola. È la coltivazione dello Zibibbo di Pantelleria, in conche scavate nel terreno, lungo i terrazzamenti, per riparare le viti dal vento che sferza l’isola 300 giorni l’anno. Figlia di una viticoltura eroica.
La coltivazione ad alberello è una tradizione secolare dell’isola e ha modellato nel tempo il paesaggio. L’Unesco ha riconosciuto il valore storico e culturale, oltre che identitario, di questo antico procedimento. È da ricordare che dal vitigno dello zibibbo si ricava non solo l’omonimo vino ma anche, ad esempio, i celebri Moscato e Passito di Pantelleria.
Ora il riconoscimento dell’Unesco potrebbe rilanciare la produzione dello Zibibbo di Pantelleria e il recupero di vigneti abbandonati, come spera il sindaco Salvatore Gabriele, che ha fortemente sostenuto la candidatura presso l’istituzione internazionale e collaborato con Pier Luigi Petrillo, il consulente del ministero delle Politiche agricole che ha seguito la pratica nel lungo iter. Pantelleria inaugurerà il cluster bio-mediterraneo a Expo 2015.